Il lascito di Giuseppe Di Vagno
tra storia e contemporaneità
Venerdì 24 settembre, Conversano
Castello, sala conferenze
Interventi di
Massimo Bray Assessore Cultura Regione Puglia
Marina Cattaneo Vice Presidente Fondazione Kuliscioff
Piero Ignazi Università di Bologna
Ludovica Mutterle Direttrice “Casa Matteotti” di Fratta Polesine
Mario Ricciardi Direttore della rivista “Il Mulino”
Valdo Spini Presidente AICI
Introduce e modera
Giuseppe Moro Presidente Comitato scientifico Fondazione Di Vagno
“Cosa significa oggi parlare di Giuseppe Di Vagno?” Questo imponente interrogativo ha dato avvio all’incontro dedicato al centenario del gigante buono.
Oggi la memoria di Giuseppe Di Vagno può essere declinata in un laboratorio di riflessione sul presente capace di fornire strumenti e chiavi di lettura per comprendere le diseguaglianze, le nuove forme di sfruttamento, e le nuove dinamiche di oppressione del nostro tempo.
I cento anni della morte di Di Vagno ci interrogano dinanzi allo specchio della storia e, al contempo, sono in grado di fornirci le risposte che, nell’evanescenza del nostro presente, mantengono uno sguardo attento sul mondo.
Si tratta di un aspetto centrale, Giuseppe Di Vagno era capace di essere voce degli oppressi e degli invisibili, capace di instaurare un profondo ascolto con il popolo di formiche e cafoni della Puglia della prima metà del ‘900 e, allo stesso tempo, il parlamentare pugliese è stato in grado di assolvere un ruolo storico decisivo perché pronto a comprendere con fermezza che non si è semplicemente parte di questo mondo, ma si può essere parte di un mondo ideale all’interno di una propensione, di una prospettiva, che si traduce nell’azione costante e viva a servizio del prossimo.